Renato Ghezzi: scrittore ed editor, un pilastro di Perfetti Sconosciuti
- camillacapomasi95
- 19 ago
- Tempo di lettura: 4 min
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uando un autore arriva dentro un progetto come Perfetti Sconosciuti non lo fa mai in punta di piedi. Porta con sé il suo bagaglio di storie, le cicatrici dei manoscritti scritti e riscritti, la sua voce già rodata in libreria e nelle sale di presentazione. Nel caso di Renato Ghezzi, l’arrivo non è soltanto un ingresso: è un passo importante, deciso, il passo di chi ha già attraversato diverse vite e diverse scritture. Perché lui, nato a Milano, ha prima vissuto un’esistenza rigorosa e razionale, da ingegnere elettronico, per poi scegliere un salto che non tutti hanno il coraggio di fare: buttarsi nella scrittura e nell’editoria come missione quotidiana, come mestiere e come vocazione. Non è una conversione improvvisa, ma il frutto di anni di letture, di esercizi, di quella irrequietezza che non ti lascia dormire finché non posi una frase sulla pagina.
Ghezzi non è uno scrittore qualunque. Lo capisci scorrendo i titoli che compongono la sua bibliografia, che già di per sé racconta un percorso di ricerca e di cambiamento. C’è il romanzo storico, c’è il racconto fantastico, c’è il diario di viaggio, c’è perfino il manuale di scrittura. Non si tratta di dispersione, ma di un filo sottile che lega tutto: la voglia di raccontare storie che abbiano sempre un’anima, che non si limitino a intrattenere ma restituiscano un pezzo di verità.

Seconda possibilità, il suo primo romanzo lungo, intreccia hockey su ghiaccio e memoria familiare, portando il lettore dentro un mistero che affonda nel Novecento. C’è la neve, c’è il respiro corto dei giocatori sul ghiaccio, c’è il gelo di un segreto taciuto per decenni. Poi ci sono le raccolte, come Troppa realtà fa male, che con il titolo già dichiara un’intenzione precisa: la narrativa non è mai solo finzione, è anche un modo per difendersi da un eccesso di realtà, per trasformarla, filtrarla, alleggerirla.
E ancora c’è La pace viaggia in autobus, dove il tono si fa più intimo, più riflessivo, come se le pagine volessero ricordarci che non serve l’epica per dire qualcosa di profondo. E poi Riempendo il cielo inglese di miraggi, diario di un viaggio che diventa esplorazione interiore e culturale, uno di quei libri che non ti raccontano soltanto una meta ma ti invitano a guardare cosa c’è dietro i paesaggi, dentro le persone. Fino ad arrivare a Il Duomo, un romanzo mai scritto, uscito nel 2024 per Meravigli Edizioni: un libro coraggioso, sospeso tra saggio e narrazione, che si misura con uno dei simboli assoluti di Milano. Qui Ghezzi si diverte a intrecciare storia, mito, curiosità e invenzione, e ci ricorda che dietro ogni monumento ci sono sempre voci, storie dimenticate, vite che hanno lasciato un segno invisibile.
Ma l’opera non dice tutto dell’uomo. Renato Ghezzi è anche editor, insegnante, guida per molti autori che bussano alla porta di Le Mezzelane. Ha assunto la responsabilità della collana Historica, perché la storia non è soltanto il suo campo d’azione, ma anche la sua ossessione: scavare nel passato per capire il presente. Ha organizzato incontri, ha letto manoscritti, ha offerto consigli. Chiunque lo abbia incontrato sa che non si limita a correggere bozze: ascolta, discute, restituisce ai testi e agli autori quella dignità che spesso l’editoria di massa toglie. C’è in lui una generosità che nasce dall’essere stato, prima di tutto, autore. Sa cosa vuol dire aspettare un sì, sa cosa vuol dire ricevere un no, sa che dietro ogni file inviato c’è una persona che spera.
Nel 2023 ha scritto anche Scrivere, creare, un manuale che non è un vademecum arido, ma un compagno di viaggio per chi vuole mettersi alla prova. Lì dentro ci sono le sue esperienze, i suoi inciampi, le sue convinzioni. È la prova che la scrittura, per lui, non è un esercizio solitario ma un atto di comunità: qualcosa che si impara insieme, che si affina negli scambi, nelle letture reciproche, nei consigli dati senza gelosia.
Non è un caso che sia approdato a Perfetti Sconosciuti. Questo progetto nasce per dare visibilità a chi lavora fuori dai riflettori dei grandi circuiti, e Ghezzi ne incarna lo spirito più autentico. Non è un esordiente, non è un dilettante: è un pilastro, qualcuno che conosce già il mestiere e che può portare al gruppo la sua solidità, la sua esperienza, il suo entusiasmo contagioso. La sua presenza è un segnale forte: Perfetti Sconosciuti non è soltanto una vetrina per emergenti, è anche una casa per chi ha già costruito un percorso e vuole continuare a mettersi in gioco, a condividere, a sostenere.
In un’intervista pubblicata sul sito di Le Mezzelane, racconta con sincerità la sua idea di scrittura: “non è mai un atto isolato, è sempre un dialogo”. E in effetti basta ascoltarlo in una presentazione per capire che lui scrive come parla e parla come scrive: con precisione, ma senza pesantezza; con passione, ma senza retorica. È la voce di chi ha imparato che la pagina non si domina, si attraversa. E che ogni libro non è un punto d’arrivo, ma un altro tassello di un percorso più lungo.
Renato Ghezzi è arrivato in Perfetti Sconosciuti con lo stesso passo deciso con cui ha affrontato ogni svolta della sua vita. Non è venuto a chiedere spazio, ma a offrire presenza. Non a reclamare attenzione, ma a costruire insieme. È questo che lo rende un pilastro: non solo i titoli già pubblicati, non solo i successi raccolti, ma la sua capacità di stare dentro un gruppo come un uomo di squadra, pronto ad alzare la voce quando serve e a mettersi da parte quando è giusto. In un mondo editoriale che spesso premia l’ego, la sua lezione è preziosa: la scrittura è fatta di comunità, e ogni libro è tanto più forte quanto più nasce da un terreno condiviso.
Ecco perché l’arrivo di Renato Ghezzi non è solo una notizia da annunciare. È una dichiarazione d’intenti. Significa che Perfetti Sconosciuti cresce, si arricchisce, mette radici più profonde. E che dentro questo spazio non ci sono soltanto autori da scoprire, ma anche voci solide, capaci di reggere l’impalcatura e di trasmettere fiducia. Chi lo ha letto sa già cosa può fare con una pagina. Chi ancora non lo conosce lo scoprirà presto. E capirà che avere un pilastro come lui dentro questa avventura è una fortuna rara, di quelle che fanno la differenza.
Camilla Capomasi
XoXo
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